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"Le banche locali vicino alle famiglie e alla imprese? Macché. Si è perso il collegamento locale"

Chi parla così è il vice presidente della "Libera" Cesare Pasquali, riferendosi alla Popolare Crema della quale fu presidente per 16 anni e che ha subito per prima il tallone della Lodi

L'uragano che imperversa sulla Banca capofila lascia indifferente Mario Maestroni presidente della Banca Popolare Cremona che peraltro deve registrare la perquisizione della casa (e contestuale avviso di garanzia) del suo direttore generale Giovanni Vismara. Si cava invece qualche soddisfazione Cesare Pasquali, vice presidente della Libera Associazione Agricoltori per una vicenda che lo riguarda direttamente, lui che fu presidente della Banca Popolare di Crema per sedici anni. Pasquali racconta a Milano Finanza che aveva messo in cantiere un progetto per aggregare la popCrema con la Popolare di Bergamo "ma l'intesa si fermò perchè notammo queste aggregazioni di capitali di soggetti vicini alla Lodi". Dopo breve tempo tutta la banca cremasca finì totalmente in mano ai lodigiani e il 10 febbraio 1999 Pasquali rassegnò le dimissioni e al suo posto arrivò un altro cremasco, Giorgio Olmo, attuale amministratore delgato di Banca Popolare Italiana.
"Denunciai questa situazione - lamenta Pasquali - questi concerti tra piccoli azionisti tutti rivolti a fare il gioco di Fiorani. Ma fui letteralmente ignorato e messo fuori mercato". Consob avanzò le sue perplessità, si aprì un procedimento anche presso il tribunale di Lodi ma tutto venne archiviato.
"Purtroppo devo constatare di essere stato una sorta di precursore - prosegue Pasquali nella sua intervista a Milano Finanza - Perchè i fatti che saltano fuori oggi, li segnalai alla Consob e alla Banca d'Italia allora. Solo che in un primo tempo non fu direttamente la Lodi a comprare pacchetti ma finanziarie estere con base alle isole Cayman".
Pasquali poi rincara la dose tirando in ballo il sindacato bancari della Fabi, a suo dire "strettamente connesso a questa operazione, controllava le assemblee".Ed infine la conclusione che sembra andare in rotta di collisione con i peana che il suo presidente nella Libera ed il direttore del suo quotidiano, Pirondini, hanno sempre cantato sulla Lodi ("Con Lodi sviluppo nell'autonomia di gestione"come leggerete nella pagina successiva dello speciale qui sopra raffigurato). "La Popolare di Crema - presegue Cesare Pasquali - la vedo sempre come la mia banca anche se ha perso il connotato di localismo e collegamento con l'imprenditoria che aveva e che la contraddistingueva".
"Piccoli clienti, adesso sì che siete arrivati in paradiso"

Il quotidiano "La Provincia" nei due anni da quando il nostro giornale aveva denunciato che erano in corso le grandi manovre per vendere la Banca Popolare di Cremona a Lodi aveva mantenuto un atteggiamento agnostico per non dire negativo nei confronti della perdita di indipendenza dell'istituto cremonese.

Ma improvvisamente ed a sorpresa si è convertito. E per sostenere la illuminazione sulla via di Damasco e dare un po' di tono alla depressa opinione pubblica cremonese che nel frattempo aveva goduto della nomina di Mario Maestroni, pure presidente del giornale agro - funerario "La Provincia", ha utilizzato "Mondo Padano", una gloriosa testata immeritatamente passata sotto il suo controllo, per avere un minimo di autorità e darsi al peana che raggiunge, alla luce delle imputazioni riguardanti Giampiero Fiorani, risvolti che definire tragicomici (o tragici tout court) è davvero dir poco.

Si consideri quanto viene scritto nell'ordinanza del gip che ha portato all'arresto di Giampiero Fiorani sull'uso dei conti correnti e dei risparmi dei piccoli clienti, utilizzati persino dopo morti.
Ecco cosa vien scritto -tra l'altro - il 29 giugno del 2004:
(...) la partita è impegnativa anche perché non si tratta solo di cifre e bilanci. Quella che è stata messa duramente alla prova, ed è in gran parte da riconquistare, è la fiducia dei risparmiatori italiani. Una ricerca Swg presentata un paio di mesi fa ha evidenziato che negli ultimi anni la percentuale di coloro che ritengono di avere molta o abbastanza fiducia nelle banche è diminuita costantemente, passando dal 49% del giugno 2000 al 16% di quest'anno. Dal 2000 a oggi: un fenomeno, dunque, che è dovuto non solo ai clamorosi crac finanziari degli ultimi mesi - i bond argentini, gli scandali Cirio e Parmalat- ma anche a una generale diffidenza nei confronti della volatilità dei mercati e ai costi bancari in crescita.
Gli istituti di credito si stanno attrezzando, favorendo una maggiore trasparenza a partire dalle comunicazioni e dallo sportello, e cercando di ascoltare di più il cliente. Anche perché, come fa notare un operatore, spesso un correntista cambia banca per ricevere un trattamento più personale, piuttosto che per ottenere condizioni economiche migliori. In questo contesto hanno diverse carte da giocare le banche locali e popolari, vicine alle famiglie come alla piccola e media impresa, struttura portante dell'economia del Paese.
Aggregazione, legame con il territorio, tradizionale vicinanza alla clientela: la Banca Popolare di Cremona, entrata a far parte alla fine dello scorso anno del gruppo Bipielle, è stata un po' la cartina di tornasole per capire un sistema in movimento."

Modello Fiorani: un toccasana per la Popolare Cremona, insomma.

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Sab, 17 dic 2005